Codex Calixtinus o più comunemente noto come Códice Calixtino, è uno dei più importanti documenti del cristianesimo essendo un’autentica guida del Cammino di Santiago.
Attualmente viene conservato sotto il tetto della Cattedrale di Santiago, ma non è sempre stato così.
Composizione e paternità del Códice Calixtino
Di origini incerte, questo manoscritto composto da poco più di duecento pergamene e suddiviso in cinque libri e due annessi è stato copiato in diverse occasioni, una di queste trascrizioni è quella custodita nella capitale compostelana.
Sia il luogo in cui si trova il Codice originale che il suo autore paterno sono sconosciuti, e molti esperti sostengono che potrebbe essere stato stilato in Francia o in Spagna.
Per quanto riguarda la sua composizione, il corpo principale del testo è strutturato in cinque parti, la più studiata e rilevante è il Libro dei Pellegrini, tradizionalmente attribuito ad Aimery Picaud. Anche se è noto che questo monaco benedettino ha partecipato all’elaborazione del testo medievale, vi è ancora qualche controversia rispetto agli autori.
Di cosa parla il Codex Calixtinus?
Capitoli che lo compongono
- La prima pergamena: È la più ampia e comprende una serie di testi liturgici creati appositamente per essere interpretati nella Cattedrale stessa.
- Seconda pergamena: quello conosciuto come Libro de los Milagros, dove sono narrati i ventidue miracoli compiuti dall’Apostolo prima della sua beatificazione.
- Parte terza: illustra l’opera di evangelizzazione di Santiago e dei suoi discepoli, nonché la sua successiva morte e il trasferimento delle sue rovine, dopo il martirio, al Campus Stellae, nell’attuale Iria Flavia.
- Quarta pergamena: Cronaca di Turpin, nei cui ventisei capitoli sono raccolte le gesta di personaggi come Carlo Magno o Aigolondo. In essa si raccontano eventi rilevanti come la battaglia di Roncisvalle o la comparsa dell’apostolo al conquistatore Carlo Magno, che gli conferisce forza e coraggio di fronte all’incursione musulmana.
- Infine: ma non meno importante, c’è la famosa Guía de los Peregrinos. Qui sono elencati alcuni consigli per i futuri pellegrini, come ad esempio i posti dove pernottare, dove mangiare e, naturalmente, le precauzioni da tenere in considerazione durante il cammino.
Annesso
Inoltre, allegato a questa parte è il vero gioiello del complesso: il corpus polifonico. Questo è il primo esempio scritto di questo tipo di polifonia, che rappresenta le note musicali su un tetragramma e utilizza una notazione diastematica o d’intervallo.
Nel resto del Codex troveremo anche musica, specialmente nel primo libro, ma di carattere monodico.
Scoperta
Questo documento, pur essendo di vitale importanza, è stato dimenticato per molti anni negli archivi della Cattedrale stessa, riscoperto nella seconda metà dell’Ottocento.
Con l’introduzione nel corso degli anni di nuove pergamene, utilizzate assiduamente fino al XVI secolo, il suo deterioramento fu notevole.
Il suo “scopritore” fu l’archivista della Cattedrale, Antonio López Ferreiro che ha contribuito alla sua successiva ristorazione e a dargli nuova luce. Fu così conservata per più di ottocento anni, sotto la protezione degli archivisti e degli studiosi del tempio di Santiago.
Furto e recupero del Codex Calixtinus
Nel 2011 è scomparso dalla sua cassaforte. Dopo diverse settimane di indagini, nel luglio 2012 si scopre che il ladro era stato l’elettricista responsabile per diversi decenni della manutenzione del tempio e che aveva ripetutamente rubato sia denaro che documenti, tutti ritrovati nel suo domicilio.
Dopo il suo ritorno alla Cattedrale, si è suscitato un grande interesse per quest’opera d’incalcolabile valore, ed è stata addirittura creata una mostra itinerante su di esso, rendendolo ancora più noto al pubblico in generale.
Ad oggi, gli esperti non sono stati in grado di svelare tutti gli enigmi di questo documento millenario, protetto sotto forti misure di sicurezza nella Cattedrale di Santiago di Compostela.